Innovazione tecnologica e sostenibilità: il futuro per le imprese.
“La nostra sfera di influenza sul piano della sostenibilità – come afferma il nostro amministratore delegato Sauro Lamberti – è molto più estesa e di molto maggior impatto rispetto a quella dei singoli cittadini. Le imprese hanno un ruolo imprescindibile nei confronti del destino dell’intero pianeta e allo stesso tempo la sfida sul mercato è già iniziata. Dobbiamo decidere se raccoglierla e se vogliamo vincerla. Noi oggi siamo qui perché siamo assolutamente certi che l’innovazione tecnologica ci offra concrete possibilità di sviluppo e di progresso, non solo sul piano economico, ma in chiave di sostenibilità ambientale”.
Per questa edizione del Nuovamacut Live abbiamo scelto di coinvolgere speaker con esperienze esterne alla nostra area di business, un po’ perché l’autoreferenzialità ci piace poco, un po’ perché volevamo lanciare un messaggio che sottolineasse come la responsabilità nei confronti dell’ambiente in cui viviamo non appartenga ai mercati, ma alle persone che li muovono.
L’ego sistema non funziona
Così abbiamo dato la parola a Matteo Vignoli, Docente Università di Bologna, che ha lanciato una provocazione: “è troppo tardi per essere solo sostenibili, ora è il tempo della responsabilità e dalle parole dobbiamo passare ai fatti”. E per far comprendere meglio cosa volesse intendere ha analizzato il settore dell’agroalimentare, molto caro alla stragrande maggioranza delle persone: “la piramide verticale della catena alimentare è sbagliata. L’uomo non si trova al vertice di quello che potremmo definire “un ego sistema”, l’uomo è parte dell’eco sistema, come ne è parte la Natura”. E se non terremo conto dell’impatto dei nostri prodotti sul pianeta, finiremo per essere schiacciati dall’enorme impronta ambientale che abbiamo invece il dovere di ridurre sempre più, tenendo conto non solo della necessità del riciclo, ma anche del tempo di utilizzo a cui un prodotto può essere destinato.
Risparmiare l’acqua di 8 piscine olimpioniche
E per rimanere in ambito food è stata invitata anche CAMST – che ha portato una storia di successo raccontata dal suo Presidente Francesco Malaguti: “Lo scorso 12 luglio siamo stati chiamati a New York presso la sede delle Nazioni Unite perché, attraverso il progetto Dialogue4Change ha messo in atto – un’iniziativa che ha l’obiettivo di dare vita a forme di collaborazione tra imprese su progetti comuni di sostenibilità – siamo riusciti a portare una vera rivoluzione nelle nostre cucine: un innovativo sistema di pulizia a secco, realizzato tramite l’utilizzo di panni in ultramicrofibra, impregnati con un prodotto adatto al tipo di superficie da trattare, questa soluzione ha permesso di risparmiare 20milioni di litri di acqua ogni anno, pari a ben 8 piscine olimpioniche.”
Ripensare a come creare le cose
È stata poi la volta di Roberta Sempieri, Additive Manufacturing & Innovation Manager di FCA, che ha illustrato i vantaggi delle tecnologie additive in FCA tra i quali la possibilità di realizzare geometrie complesse, non altrimenti producibili, che possono portare alla riduzione di peso dei componenti con una conseguente riduzione delle emissioni del prodotto automotive.
L’evento ha avuto l’onore di ospitare, come da tradizione, Gian Paolo Bassi, CEO di Dassault Systèmes SolidWorks, arrivato da Boston per parlare alla nostra community italiana che unita a quella mondiale conta ben 6 milioni di persone che usano quotidianamente l’ecosistema SolidWorks. Bassi ha precisato che questo numero premia l’autenticità del gruppo che si esprime con valori incentrati su una grande passione per la conoscenza, la ricerca e lo sviluppo. A confermarlo sono le oltre 4000 start up nel mondo, di cui 100 nate in Italia, con le quali SolidWorks collabora fattivamente perché il brand americano crede alla contaminazione delle idee che, insieme alla tecnologia e alla scienza, possono gettare le basi per creare un futuro più sostenibile.
A chiusura del panel mattutino Davide Centomo, nostro Direttore Tecnico Nuovamacut ha riportato la platea a riflettere sul concetto di innovazione sostenibile ponendo l’accento su tre tipi di responsabilità: quella economica, quella nei confronti degli utenti e quella verso l’ambiente.
Creare una sintesi di questi aspetti è estremamente complesso perché significa ripensare a come creare le cose a partire da una progettazione efficacie, passando per una scelta responsabile delle materie prime per arrivare, infine, a studiare il loro processo di riciclo. E qui Centomo con un gioco di parole pone una domanda – Come faccio a rendere la sostenibilità sostenibile? E spiega che – il momento topico è il design time, perché è in questo momento che le nostre scelte devono essere maggiormente responsabili, perché è qui che si concentrano il maggior numero di decisioni che potranno fare la differenza su quello che sarà l’impronta ambientale che lasceremo sul nostro pianeta”. Centomo ritiene che sia l’open innovation la leva per creare il giusto know how, per questo la nostra azienda – continua il nostro direttore – ha messo a punto la Nuovamacut Suite for SolidWorks nata proprio sulla base delle richieste delle oltre 8.600 aziende clienti, pensata per automatizzare i processi ripetitivi di migliaia di progettisti e liberare così il loro tempo e restituire la libertà potersi concentrare su ciò che è più rilevante in funzione degli obiettivi prefissati.
Guarda oltre, Crea sostenibile è stato l’headline di questa edizione, ma sarà un filo rosso che guiderà tutte le nostre future iniziative perché abbiamo preso un impegno con il nostro pianeta e desideriamo mantenerlo.
A proposito di impegni, vogliamo ricordarvi che la foresta Amazzonica avrà 1.621 nuovi alberi perché, come promesso, per ciascun partecipante al nostro evento abbiamo fatto una donazione alla Ong One Tree Planted che andrà a ripopolare uno dei più importanti polmoni verdi del pianeta.