“Temo il giorno in cui la tecnologia andrà oltre la nostra umanità: il mondo sarà popolato allora da una generazione di idioti”. (Albert Einstein)
Le nuove tecnologie abilitanti di questa nuova era industriale devono essere al servizio dell’uomo e contribuire a costruire un nuovo mondo a beneficio dell’umanità e dell’ambiente, non devono essere fini a se stesse e finalizzate a sminuire il ruolo dell’uomo, quanto piuttosto a esaltarne le potenzialità.
Secondo l’Accenture Technology Vision 2017, uno studio che la società di consulenza ha condotto su un campione di oltre 5.400 dirigenti a livello mondiale sui principali trend tecnologici dei prossimi tre anni, oggi le persone hanno nelle proprie mani il potere di plasmare e utilizzare la tecnologia per stimolare un cambiamento positivo, migliorare la propria vita e trasformare le imprese e la società. Quello che emerge da questo studio è una sorta di appello ai leader delle aziende a sviluppare prodotti e servizi e a indirizzare attivamente l’innovazione, con l’obiettivo di aumentare ed esaltare le capacità umane. Il report racconta la nascita di una tecnologia per le persone, progettata dalle persone, agile nell’anticipare i bisogni degli individui e in grado di offrire un’esperienza estremamente personalizzata. Un approccio, dunque, basato sulla centralità delle persone: saranno leader di mercato quelle aziende che sapranno evolvere da fornitori a partner, sapendo trasformare le proprie organizzazioni anche internamente. La tecnologia viene progettata e impiegata dalle persone per essere al servizio delle persone; si adatta ai nostri comportamenti e impara da noi per migliorare le nostre vite, arricchendo e rendendo più appaganti le nostre esperienze. L’80% degli executive coinvolti nella ricerca sottolinea la necessità, per le organizzazioni, di capire non solo i bisogni attuali delle persone, ma anche i loro desideri per il futuro, e adeguare la tecnologia affinché possa guidare la realizzazione degli stessi.
Ma come si concretizza questo concetto?
La strategia à quella di focalizzarsi sui diversi momenti e sulle varie situazioni che caratterizzano la vita delle persone, dalla routine quotidiana, alle situazioni critiche, ai carichi di lavoro, ai momenti di svago: l’innovazione deve avere come obiettivo quello di migliorare tutti questi momenti della vita dell’uomo per migliorarne tutta l’esistenza nella sua interezza. In quest’ottica le aziende devono costantemente pensare a prodotti e servizi che sappiano assecondare il comportamento umano da una parte, dall’altra interpretarne i bisogni, e migliorare la qualità della vita del singolo e del mondo intero.
Nuovamacut, in occasione del NuovamacutLive del 2017 organizza un panel di confronto su questi temi, coinvolgendo alcune aziende italiane, leader nel proprio settore, che illustreranno quali strategie stanno adottando in questa prospettiva.
Gli attori del panel…
Il panel di confronto sarà condotto dal Prof. Mario Tozzi, geologo, divulgatore scientifico e noto giornalista televisivo, nonché autore di diversi libri e trasmissioni televisive. Laureato in scienze geologiche all’Università La Sapienza, poi dottore di ricerca in scienze della terra, è attualmente primo ricercatore presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche e si occupa dell’evoluzione geologica del Mediterraneo centro-orientale. È responsabile per la divulgazione della Federazione Italiana Scienze della Terra. Dal 2006 al 2011 ha presieduto l’Ente Parco nazionale Arcipelago Toscano, mentre dal 2013 è commissario del Parco regionale dell’Appia antica. È membro del consiglio scientifico del WWF.
Mario Tozzi in contrapposizione a una tecnologia “fine a se stessa” che spesso la società subisce in modo indiscriminato, sottolinea invece “l’utilità di quella tecnologia intelligente che rappresenta un vero miglioramento nelle condizioni della vita degli uomini e dell’ambiente, senza compromettere l’ecosistema Terra”.
Flavio Gandolfi, titolare della BAI (Brescia Antincendi International), condividerà con i presenti la strategia di un’azienda che sviluppa una gamma di soluzioni altamente tecnologiche e di forte impatto sulla vita dell’uomo, quali veicoli e sistemi antincendio. La scelta dell’azienda è stata quella di adottare un approccio allo sviluppo prodotto che potesse rispondere in maniera specifica e puntuale alle esigenze delle diverse tipologie di clienti e di utilizzatori, offrendo soluzioni diversificate e mirate per far fronte, con la massima efficienza, alle diverse situazioni di utilizzo in contesti di estrema criticità e pericolo, sia che si parli di ambito civile, militare, aeronautico, forestale, etc.
Michele Storci, amministratore delegato di Atlantic Fluid Tech, racconterà come nel giro di otto anni, siano diventati la realtà di riferimento nel mercato dei componenti oleodinamici per macchine a movimento terra, mettendo a punto ben 14 brevetti, secondo una logica di produzione “on demand”. Per far fronte a una richiesta così variegata e talora su misura, trattandosi di macchine molto speciali – se non addirittura, in alcuni casi, esemplari unici -, hanno adottato una strategia che punta sulla massima flessibilità della produzione. Atlantic Fluid Tech arriva a sviluppare fino a 500-600 progetti all’anno e questo significa un costante lavoro di analisi ed elaborazione di un’enorme mole di dati. Da qui la necessità di informatizzare in modo spinto l’intera azienda, adottando tecnologie avanzate e integrate fra di loro che supportino l’intero processo trasversalmente, dall’ufficio tecnico, alla produzione, all’amministrazione, fino ad arrivare a sofisticati sistemi di protezione dei dati, delle informazione e di tutto know-how aziendale.